Manfrotto Pixi Evo – Recensione
Manfrotto Pixi Evo, è un piccolo treppiede estremamente portatile, specifico per l’uso da tavolo o da Vlogging. Colpisce soprattutto il design, molto ricercato ma che non sempre va d’accordo con la funzionalità. Il Manfrotto Pixi Evo è un prodotto che se utilizzato impropriamente può essere deludente. Al contrario, una volta capito, diventa uno strumento utile e comodo da portarsi sempre dietro.
Manfrotto Pixi Evo, materiali e regolazioni
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Quasi interamente in plastica, Pixi Evo ha solamente la testa e il primo segmento delle gambe in alluminio. Questo gli conferisce un aspetto un po’ troppo cheap per un prodotto Manfrotto.
La testa a sfera non ha una regolazione molto progressiva, quindi è d’obbligo sempre tenere la fotocamera con una mano quando si fanno le regolazioni.
Le gambe hanno due segmenti, allungabili sbloccandoli con un pulsante a filo del rivestimento esterno.
Con le gambe estese il Manfrotto Pixi EVO raggiunge i 20 cm, mentre senza estenderle si arriva a circa 13 cm.
Il pezzo forte di questo treppiede è dato dalla possibilità di variare l’angolo di inclinazione delle gambe. Funzione utile per fare fotografie raso terra, grazie anche all’aiuto della testa che può ruotare di 90°. Fate attenzione in questo caso a bilanciare per bene il tutto, perché anche se questo treppiede è predisposto per reggere 2,5kg, la sua forma e leggerezza lo mettono facilmente in crisi.
La testa ha un comune attacco a vite. Nessuna slitta per aggancio rapido alla fotocamera. Scelta probabilmente fatta per contenere gli ingombri, ma ne va della rapidità di utilizzo.
Utilizzo sul campo
Il Manfrotto Pixi Evo, va sempre appoggiato su di una superficie stabile e regolare. Non è un GorillaPod per collocazioni estreme.
Non è nemmeno un treppiede da utilizzare con lunghe esposizioni, time lapse o cose simili. Anche utilizzando una fotocamera leggera, come une mirrorless con ottica media, appena appoggiato sulla superficie tende ad abbassarsi a causa di flessioni delle gambe.
Ho avuto la sensazione che la flessione, seppur in maniera minima, continui per parecchi secondi, andando a compromettere una lunga esposizione. In ogni caso usare sempre autoscatto o telecomando. Una minima pressione del pulsante di scatto della fotocamera provocherebbe una flessione del treppiede.
La forma del Pixi Evo da chiuso, può far intuire che possa essere utilizzato come impugnatura per una piccola fotocamera o una GoPro. Questo utilizzo non è però contemplato e in ogni caso l’ergonomia della presa risulterebbe scarsa.
Manfrotto Pixi Evo pregi e (tanti) difetti
Partiamo dai pregi. Leggerezza e portatilità. E’ uno strumento che si può davvero portare sempre appresso. Estendendo le gambe è sufficientemente stabile anche con fotocamere importanti. Possibilità di fare foto quasi rasoterra, ruotando la testa di 90°.
Veniamo ai difetti. Costruzione apparentemente fragile. Troppa plastica, addirittura la rotellina di serraggio, una volta stretta ha un lasco poco rassicurante.
Insieme poco rigido e tendenza a flettere anche diversi secondi che è stato posizionato. Non adatto quindi a lunghe esposizioni.
Il costo di circa 35€ è proporzionato al brand, ma è facile trovarlo in offerta a prezzi che lo rendono decisamente più appetibile.
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