Esposimetro Ice Multilux
Questo esposimetro è stato praticamente l’unico prodotto da una azienda italiana. L’Industria Costruzioni Elettromeccaniche con sede a Milano era specializzata nella produzione di voltmetri, amperometri, frequenzimetri, potenziometri e naturalmente luxmetri. Questo modello era garantito ben cinque anni!
Esposimetro Ice Mulilux, Funzionamento:
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Per la taratura dell’esposimetro Ice si doveva ruotare il disco centrale sulla giusta sensibilità ASA della pellicola che appare nella finestrella.
Si poteva effettuare la lettura della luce sia in luce riflessa che incidente.
Si poteva effettuare la lettura della luce sia in luce riflessa che incidente.
Luce riflessa:
Si doveva aprire la cellula fotoelettrica senza utilizzare lo schermo opalino e puntarla verso il soggetto che si voleva fotografare. In seguito bastava leggere il numero che sul quadrante principale è indicato direttamente in LUX (Unità internazionale di illuminazione) che riferiva ad una posizione dell’indice corrispondente e riportare il numero stesso nella finestrella del disco centrale ruotando il disco dentellato. Sulla scala si potrà leggere così il tempo di esposizione corrispondente all’apertura del diaframma . Si poteva così scegliere la coppia tempo/diaframma più adatta alla fotografia che si voleva scattare.
Luce Incidente:
Per effettuare la lettura bastava aggiungere sulla cellula lo speciale schermo opalino e posizionarla nella stessa posizione del particolare che si intendeva rilevare indirizzandola però verso la macchina fotografica. La lettura del tempo si effettuava in maniera uguale a quella per la luce riflessa.
Oggi che tutte le macchine fotografiche, comprese le compatte più economiche ed i telefonini, hanno il loro esposimetro incorporato, spesso di tipo evoluto, sembrerebbe avere poco senso parlare di esposimetri esterni. Nonostante ciò, il fotografo esperto sa bene che gli gli esposimetri incorporati nelle macchine fotografiche, anche in quelle più evolute e professionali, soffrono di un limite inevitabile legato allo specifico modo di funzionamento: quello di poter leggere e misurare solo la luce riflessa dal soggetto
In effetti la logica di funzionamento dell’esposimetro di una fotocamera è tarata sulla capacitò di riflettere la luce da parte di un colore neutro di riferimento definito come “grigio al 18%” (in pratica una tonalità di grigio medio, né troppo chiaro, né troppo scuro), e questo rappresenta il maggior limite degli esposimetri delle macchine fotografiche, in quanto la misurazione è funzione del potere riflettente del soggetto fotografato e pertanto, in presenza di un soggetto che presenta un potere riflettente sensibilmente diverso da quello per il quale è tarato l’esposimetro Ice, si ottengono delle misurazioni non molto precise
In effetti la logica di funzionamento dell’esposimetro di una fotocamera è tarata sulla capacitò di riflettere la luce da parte di un colore neutro di riferimento definito come “grigio al 18%” (in pratica una tonalità di grigio medio, né troppo chiaro, né troppo scuro), e questo rappresenta il maggior limite degli esposimetri delle macchine fotografiche, in quanto la misurazione è funzione del potere riflettente del soggetto fotografato e pertanto, in presenza di un soggetto che presenta un potere riflettente sensibilmente diverso da quello per il quale è tarato l’esposimetro Ice, si ottengono delle misurazioni non molto precise
La risposta è quella di adottare la misurazione della “luce incidente” in luogo di quella riflessa, misurando quindi la luce che effettivamente investe, “incide” sul soggetto.
Questo strumento che può ancora oggi avere una sua funzione pratica se tenuto bene ha un valore di circa 100€.
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